mercoledì 14 novembre 2018

5-RICORDI SENSORIALI E IMMAGINAZIONI SENSORIALI (di Davide Corvi)

“Nessuno vede con nitidezza ciò che non ha piú davanti, anche se è appena accaduto o aleggiano ancora nella stanza l’aroma o lo scontento di chi si è allontanato. Basta che uno esca da una porta e sparisca perché la sua immagine cominci a sfumare, basta smettere di vedere per non vedere piú chiaramente, o non vedere nulla; e con l’udito è la stessa cosa, per non parlare del tatto.”
                      (Javier Marias, Berta Isla)
David Hume, nel suo Trattato sulla natura umana, scrive:
“Le percezioni della mente umana si possono dividere in due classi, che chiamerò impressioni e idee. La differenza fra esse consiste nel grado diverso di forza e vivacità con cui colpiscono la nostra mente e penetrano nel pensiero ovvero nella coscienza. Le percezioni che si presentano con maggior forza e violenza, possiamo chiamarle impressioni: e sotto questa denominazione io comprendo tutte le sensazioni, passioni ed emozioni, quando fanno la loro prima apparizione nella nostra anima. Per idee, invece, intendo le immagini illanguidite delle impressioni, sia nel pensare che nel ragionare: ad esempio le percezioni suscitate dal presente discorso, eccettuate quelle dipendenti dalla vista o dal tatto e il piacere o dolore immediato ch’esso può causare. Non credo che siano necessarie molte parole per spiegare questa distinzione. Ognuno vede subito da sé la differenza tra il sentire e il pensare. In generale è facile distinguere la loro diversità di grado, anche se in certi casi particolari è però possibile che si trovino estremamente vicini l’uno all’altro. Così nel sonno, nella febbre, nella pazzia o in qualsiasi violenta emozione dell’anima, le idee possono avvicinarsi alle impressioni; e, dall’altra parte, talvolta accade che queste siano così deboli e tenui da non poterle distinguere dalle idee. Ma malgrado questa stretta rassomiglianza che troviamo in alcuni casi, esse sono in generale tanto diverse che nessuno può farsi scrupolo di classificarle separatamente e assegnare a ciascuna un nome speciale per metterne in rilievo la differenza. David Hume, Opere filosofiche, Bari, Laterza, 1739

Sembra da questo brano che Hume chiami i cinque sensi “impressioni” e il loro ricordo “idee”. Non si capisce però che valenza volesse dare ai pensieri stessi
La definizione di ricordo sensoriale data dalla psicologia interiorista è invece sovrapponibile a quella del linguaggio comune, ed è con ogni probabilità quello che Aristotele e Tommaso d’Aquino chiamavano “Phantasmata”:
si definisce ricordo sensoriale un'esperienza simile alla percezione sensoriale, ma con le seguenti caratteristiche:
1) è associata alla convinzione che sia avvenuta in passato ed
2) è in genere meno vivida della percezione stessa.

Invece l'immaginazione sensoriale è un'esperienza che, come il ricordo sensoriale, è simile alla percezione sensoriale e, sempre come il ricordo, è meno vivida della percezione stessa ma- a differenza di quest'ultimo- è associata alla convinzione che non sia avvenuta in passato ma che sia una creazione della nostra stessa mente
Ad esempio: se vi chiedo di immaginare una faccia con una scarpa al posto del naso, si formerà ai vostri "occhi interiori" una certa immagine. La percezione di tale immagine viene detta "immaginazione sensoriale" (in questo caso riguardante un solo senso: la vista).
Su questo David Hume si pronunciava diversamente, attribuendo alle immaginazioni sensoriali un carattere meno vivido dei ricordi. Io non credo che sia così, tanto è vero che alcuni meditanti buddhisti si allenano a ricostruire mentalmente delle immagini e da alcuni testi sembra che riescano a visualizzarle in modo molto nitido. Anche Nikola Tesla, nella sua autobiografia, riferisce del carattere morbosamente vivido che avevano per lui alcune immaginazioni. Il dato è confermato da Oliver Sacks ne “Il fiume della coscienza”:  addirittura in un libro autobiografico aveva inconsapevolmente riportato un episodio della sua infanzia per scoprire solo in seguito di non aver mai assistito personalmente a tale evento! Quindi la strada da percorrere se vogliamo distinguere le immaginazioni dai ricordi è proprio quella di rilevare come i ricordi, essendo inseriti in una cornice vissuta e quindi in una trama di certezze, sono associati a una convinzione di verità. Ma intrinsecamente, a livello  fenomenologico, sono indistinguibili.

Qualcuno potrebbe domandare perché non si è ancora parlato di un altro tipo di ricordo: il ricordo esperienziale: la nostra memoria di ciò che abbiamo detto e fatto, la nostra storia, eccetera.
Il motivo è semplice: i ricordi che non siano puramente sensoriali o raggruppamenti di ricordi sensoriali, non sono altro che un sottogruppo dei pensieri: sono pensieri, e se riguardate la definizione di pensiero ciò è abbastanza chiaro.






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