martedì 18 dicembre 2018

8-IL SÉ, IL PIÙ FAMILIARE DEGLI SCONOSCIUTI

IL SÉ, IL PIÙ FAMILIARE DEGLI SCONOSCIUTI (da L’anatomia delle emozioni di D. Corvi)
Cartesio fondava la sua filosofia sulla constatazione: “Io penso, dunque Io esisto”.
Forse se avesse conosciuto Siddharta Gautama (Buddha) e i pensatori che nei secoli successivi hanno ampliato e chiarito il suo pensiero si sarebbe limitato a concludere “Io penso, dunque i pensieri esistono”. 
Facciamolo allora incontrare in queste righe con il Quinto Dalai Lama (un incontro più “realistico” perché sono contemporanei).
Immaginiamo che una notte il Quinto  Dalai Lama trasferisca un’immagine del suo corpo a Parigi, dove sollevando gli occhi affaticati dagli studi di geometria Cartesio stupito lo saluti e inizi a dialogare con lui:
“Tu sei solo una visione!”
“Anche tu in un certo senso...”
“Io penso, dunque esisto”
“Tu percepisci pensieri, dunque esistono -in modo impermanente e condizionato- i pensieri”
“Ma come possono esistere i pensieri senza un Io che li pensa?”
“Come può esistere un fulmine senza un Giove che lo scagli?”
“Dunque le persone non esistono??”
“Certo che esistono, come esistono tutte le altre cose in natura: sono esseri nati dall’insieme di fenomeni impermanenti, interdipendenti e composti: un carro esiste, ma è dato dall’unione di ruote, assi di legno, viti etc...Se elimini a una a una queste componenti non esiste neppure il carro”
“La tua teoria porta al nichilismo: a che serve amare, migliorare la vita degli altri, se siamo tutti solo mosaici di fuggevoli energie?”
“La tua teoria porta a dolori esistenziali: nell’ansia di tutelare questo io che non si capisce bene cosa sia e nella paura che soffra e si smarrisca consumiamo energie che potrebbero essere devolute proprio all’amore per gli altri. In più rafforzare l’importanza dell’Ego potrebbe amplificare la portata dell’Egoismo”
Chi ha ragione?

Lo scopriremo nelle prossime puntate?

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